Assunta
(martedì 15 ottobre 2013)
Categoria:
Rabbia
CASALINGA SI RIBELLA SULLA TARES
02:02 DEL 15-10-2013
Io direi che adesso basta! Se ogni singolo cittadino, si astenesse dal pagamento di tutte le ladrerie a cui ci stanno sottoponendo senza avere il minimo rimorso sul fatto che ci stanno portando alla fame totale, le cose sono certa che cambierebbero. Bisognerebbe prendere spunto ed esempio da questa madre coraggiosa che come sempre sarà lasciata sola, leggete fino in fondo.
Una lettera, all'Amministrazione comunale, e per conoscenza al sindaco Cimatti, per dire no alla Tares. Col cuore in mano. A scriverla una bassanese, madre di tre figli di 16, 17 e 18 anni, che annuncia di non voler pagare l'aumento previsto per il 2013, ma solo la cifra (120 euro) sborsata fino allo scorso anno. Il perché è presto detto: «Viviamo con la mia pensioncina di invalidità - spiega la donna - la malattia cronica di cui soffro da tempo, mi ha fatto riconoscere una percentuale del 70%. Il mio ’ex’, il padre dei miei figli, non dà nulla ormai da anni. Per di più, da quest'anno, il primogenito, diventato maggiorenne, non ha più diritto neppure agli assegni familiari. E questo nonostante sia ancora uno studente, e mangi forse più di prima».
Insomma, le entrate economiche non sono certo molte. «Direi scarsissime - continua la signora che, tornando alla Tares, indica - Io per diversi anni ho pagato per i rifiuti circa 120 euro e mi sembravano già troppi. Basta pensare all'impegno richiesto a qualunque casalinga per la separazione dei residui: plastica, umido, vetro, carta, indifferenziato, medicinali scaduti, batterie, ecc. E persino l'olio della frittura da portare in discarica...». Un vero e proprio lavoro, "enorme, se si calcola il tempo e l'energia impiegati".
Da qui la provocazione che la donna lancia a via Matteotti: «Mi sembra che dovremmo noi essere pagate per il lavoro che facciamo, e non invece dover pagare e al contempo rispettare una serie di incombenze sempre più gravose».
A scatenare la rabbia della nostra concittadina, come quella di molti altri, l'arrivo in queste settimane del bollettino col computo del nuovo balzello. «Mi chiedono di pagare il doppio dello scorso anno: 240 euro. E per di più in due grosse rate: una adesso, di 105 euro, una ancora più salata in dicembre. Appena ho ricevuto la bolletta ho chiamato l'ufficio per il ricevimento del pubblico, scoprendo che non è previsto da parte del comune nessun sostegno. Unico ’privilegio’ una proroga di qualche settimana del pagamento della prima rata, nulla più».
Cosa intende fare?
«L’ho scritto nella lettera inviata all'Amministrazione: non pagherò più dei 120 euro che ho sempre pagato, e non lo farò fino a quando il comune di Bassano non mi avrà aiutato a ridurre la cifra. La mia famiglia è sempre più povera. Che procedano pure con
azioni legali e con un conseguente pignoramento, tanto troveranno ben poco da portare via: al massimo le vecchie scarpe dei miei figli. Se vengono a prendersele eviterò solo di porle nei rifiuti speciali».
In questa madre bassanese, come in molti altri cittadini, l'arrivo della Tares ha provocato non solo indignazione, ma anche una sorta di rifiuto verso i doveri sociali: «Per quanto riguarda la divisione dei rifiuti - ci dice - ho tanta voglia di smetterla... Sono sempre stata e mi ritengo tutt'ora una persona civile. So benissimo quanto sia importante il riciclaggio, ma ora la tentazione di buttare tutto nell'indifferenziato è davvero tanta! L’Amministrazione non fa differenze sulle condizioni delle famiglie».
QUANTE CE NE VORREBBERO COSI'!